Articolo di anticipazione del saggio
«La
Stampa»,
31 gennaio 2004, Tuttolibri, pag. 5
Per la cultura i gerarchi fascisti
sapevano scegliere i migliori
di Claudio Auria
NEL corso di una ricerca dedicata alla ricostruzione delle figure dei circa 200
provveditori agli studi fascisti ho avuto modo di esaminare, presso alcuni
archivi storici, diversi documenti relativi alla carriera del giovane Giulio
Carlo Argan nell'amministrazione delle belle arti durante gli anni Trenta (il
saggio, «Note sulla sulla carriera amministrativa di Carlo Giulio Argan» è in
uscita sull’ultimo numero della rivista Le carte e la storia edita dal Mulino,
n.d.r.). Due i gruppi di documenti di maggior interesse: quelli relativi
all'adesione del futuro sindaco di Roma al Pnf, avvenuta nel marzo 1928, quando
aveva da non molto compiuto 18 anni; quelli riguardanti la nomina a provveditore
agli studi, avvenuta nel giugno 1936 per opera di Cesare Maria De Vecchi. La
notizia, finora sconosciuta, dell'iscrizione di Argan al Pnf non rappresenta in
sé nulla di scandaloso, se si considera che la stragrande maggioranza degli
intellettuali italiani di quegli anni avevano per convinzione, interesse o
necessità, preso la tessera. Semmai ciò che potrebbe destare qualche perplessità
è il fatto che in quegli anni l'adesione al partito non era ancora obbligatoria
per non essere discriminati nella vita civile (ad esempio nell'accesso ai
pubblici concorsi), cosa che avverrà solo qualche anno più tardi. Inoltre, in
quel periodo (1926-32) le iscrizioni al partito erano chiuse e vi si poteva
accedere solo attraverso la leva fascista, cioè le organizzazioni giovanili del
partito, si può quindi ipotizzare che Argan si fosse iscritto anche a quelle
organizzazioni. Tuttavia la giovane età di Argan e il carattere sostanzialmente
formale di quell'iscrizione, possono fare dubitare che si sia trattato di una
adesione meditata e convinta al fascismo. L'altra notizia è quella della nomina
a provveditore agli studi del ventisettenne Argan, avvenuta nel giugno 1936.
Quella nomina consente di ricostruire i primi anni della carriera di Argan
all'interno dell'amministrazione delle Belle arti e soprattutto consente di
spiegare l'eccezionale rapidità di quella carriera, fino ad oggi rimasta
misteriosa. Che Argan avesse svolto nell'amministrazione delle Belle arti una
carriera particolarmente veloce era noto: egli aveva preso servizio nell'agosto
1933 come ispettore del ruolo dei musei, monumenti, gallerie e scavi
d'antichità; aveva lavorato presso le Soprintendenze di Torino (Galleria
sabauda) e di Bologna (Galleria estense di Modena). Nell'aprile 1935 era stato
comandato presso la Direzione generale per le Antichità e Belle arti del
Ministero dell'Educazione nazionale e lì aveva raggiunto, già nell'agosto 1938,
la qualifica di ispettore centrale per le arti. Ciò che fino ad oggi non si
sapeva è che quella rapidissima carriera nelle belle arti fu determinata proprio
dalla nomina a provveditore agli studi, che in effetti fu strumentale a quella
carriera. Argan, infatti, nominato provveditore (VI grado) il 14 giugno 1936
quando era un semplice ispettore (IX grado) delle Belle arti, era stato
destinato alla sede di Alessandria dove però era rimasto soltanto un mese, dato
che già dopo le ferie di agosto era rientrato nei ruoli delle Belle arti
conservando il VI grado e transitando nella qualifica di soprintendente. Nel
settembre 1936 Argan, nominalmente destinato alla Soprintendenza all'arte
medievale e moderna di Verona, era stato nuovamente comandato con la nuova
qualifica presso il Ministero dell'educazione nazionale. La nomina a
provveditore non era stata determinata da particolari meriti nel campo della
scuola, che Argan sicuramente non possedeva. La ragione di quella nomina va,
invece, ricercata nel rapporto fra lo storico dell'arte e il quadrumviro De
Vecchi. Un primo documento che dimostra l'esistenza di relazioni fra i due
personaggi risale al periodo (agosto- ottobre 1933) in cui il giovane ispettore
era il direttore della Galleria sabauda di Torino e De Vecchi non era ancora
ministro: Argan si era rivolto all'allora ambasciatore presso il Vaticano per
chiedergli un aiuto per la creazione di un centro di studi storico artistici
presso la Galleria. E' probabile che i due si fossero conosciuti già qualche
anno prima all'interno dell'ambiente culturale torinese ed in particolare in
quello degli storici del Risorgimento (Argan fra il 1931 e il 1932 si era
occupato di storia del Risorgimento, anche con una pubblicazione). Lo stesso
trasferimento di Argan presso il Ministero dell'educazione nazionale (avvenuto
nell'aprile 1935) era stato precedentemente concordato con il quadrunviro che,
secondo una fonte di polizia, avrebbe collocato il giovane ispettore addirittura
all'interno della propria segreteria nel palazzo della Minerva, sede del
Ministero. In quel periodo (aprile 1935 - giugno 1936) lo storico dell'arte
aveva potuto dedicarsi intensamente agli studi accompagnati anche da una
straordinaria attività pubblicistica, importante anche per la successiva
carriera universitaria: in quel periodo relativamente breve scrisse e pubblicò
tre libri, moltissime voci del Grande dizionario enciclopedico della Utet e
dell'Enciclopedia italiana, saggi, articoli e recensioni. La nomina a
provveditore di Argan non fu determinata da sue particolari attitudini in
materia scolastica, bensì era maturata all'interno di un progetto di "fascistizzazione"
e quindi di "svecchiamento" dei vertici dell'amministrazione scolastica
periferica voluta da De Vecchi. Il ministro, con quel progetto, ricostituendo
gli uffici scolastici a livello provinciale, e non più regionale (come voluto
invece da Gentile nel 1923), aveva creato 70 nuovi posti di provveditore. Un
così alto numero di posti disponibili aveva consentito al quadrumviro di
"rivoluzionare" la situazione esistente mediante l'immissione nei ruoli dei
provveditori di presidi, professori, funzionari dei Provveditorati e di altri
rami dell'Educazione nazionale. L'esito di quella rivoluzione, probabilmente,
non sarà quello auspicato da De Vecchi (significativa in questo senso è la bassa
percentuale in quelle nomine di fascisti militanti), ma questi sono temi che
verranno approfonditi nel libro sui provveditori di cui facevo cenno all'inizio.
Il saggio intitolato «Note sulla carriera amministrativa di Giulio Carlo Argan»,
invece, prende in esame in particolare le prime 18 nomine di provveditori
operate da De Vecchi: quelle operate il 14 e il 15 giugno 1936, fra cui
naturalmente quella dello storico dell'arte. Quelle nomine premiarono persone di
provenienze professionali diversissime ma con un elemento comune: l'estraneità
al mondo della scuola, con l'eccezione di alcuni ispettori scolastici privi dei
requisiti formali per essere nominati, ma vicini al partito. In quei due giorni,
oltre agli ispettori scolastici, vennero nominati: funzionari di vari ruoli
dell'Educazione nazionale (fra cui Argan), funzionari di altre amministrazioni
pubbliche, giornalisti e liberi docenti universitari. Analizzando le biografie
di quegli uomini ci si accorge come siano tutti riconducibili al quadrumviro (su
tutti la figura di Giuseppe Stroppa, segretario particolare di De Vecchi); al
tempo stesso si può avanzare che gran parte di quelle nomine furono determinate
da meriti culturali. Particolare attenzione, infine, meritano le nomine operate
il 14 giugno (che peraltro cadeva di domenica, quasi a indicare l'eccezionalità
di quelle nomine), cioè le prime in assoluto fatte da De Vecchi dopo la sua
riforma scolastica. Quelle designazioni avevano riguardato sei giovani brillanti
studiosi di discipline storiche, artistiche e letterarie che De Vecchi, proprio
con quelle nomine intendeva premiare e avvicinare a sé, in qualche misura
anticipando comportamenti che saranno propri del ministro Bottai. I nomi di quei
giovani erano: Giulio Carlo Argan, Bruno Molajoli, Giorgio Rosi, Vito Perroni,
Carlo Morandi e Giuseppe Stroppa (cui va aggiunto quello di Ernesto Sestan,
nominato il 15 giugno). Quei giovani avranno destini diversi: alcuni
diventeranno famosissimi, altri assumeranno importanti incarichi nella pubblica
amministrazione, qualcuno, infine, finirà nell'anonimato; tuttavia, tutti al
momento della nomina a provveditore rappresentavano agli occhi di De Vecchi
quanto di meglio si poteva mettere in campo per il successo della
fascistizzazione della scuola italiana.